La famiglia Sappington

 


La copertina, seppur nelle diverse edizioni del libro, riporta sempre una casa alta e stretta (come si dice nelle primissime pagine) con la porta di ingresso rossa.
Perché questo colore?
Ricorda qualche immagine di storie di paura, anche la figura della casa su cui costruire una storia horror (con finestra di Rose) contenuta nel libro “Storie del terrore da un minuto”.

L’incipit C’era una volta una famiglia che si chiamava Sappington: era una famiglia d’altri tempi, con quattro bambini presenta la famiglia protagonista del libro definendola d’altri tempi. Perché?
Classico C’era una volta utilizzato nelle favole, ma si nota subito che il libro non racconta a mo’ di fiaba classica. Il tono è ironico fin da subito, fin dalla presentazione dei gemelli, talmente indistinguibili che non li riconosce neppure la madre.
Tim, il più grande, a inizio libro è il prepotente che detta le regole, ha le sue di regole e impone il suo modus vivendi al resto dei fratelli, con assegnazione di punti a sua discrezione, a discapito della sorellina, completamente sottomessa.

Topos da fiaba ricorre più volte: i genitori non amano i figli e pensano al loro abbandono, anche se i figli stessi più avanti rispondono senza lasciarsi spaventare. Tim ha addirittura un piano per indurre madre e padre a fare un viaggio pericoloso, dove spera che muoiano, procurando loro brochure che potrebbe invogliarli (ed è ciò che succede). Altro topos è il ricorso al numero tre.

Anche situazioni tragicomiche ricorrono più volte: i gemelli si chiamano quasi nello stesso modo, vengono chiamati A e B e quasi nessuno sa che hanno un loro nome. Anche il maglione che fa indossare loro a turni la madre è lo stesso e ad uno dei due sta molto lungo. Tenerissima Jane, la vera figura femminile considerata inferiore dagli uomini (da Tim). Le altre hanno un ruolo diverso, seppur non sempre positivo: la madre è insensibile e vive la sua vita incurante dei figli – ama più il gatto – e la Tata ha un ruolo che si intuisce sempre più determinante. Sarà lei che detta le regole, l’adulto autorevole che i ragazzi non hanno finora conosciuto, e tutti le accettano volentieri, perfino Tim (anche lui, pur nella sua apparenza da prepotente, ha bisogno di affetto e di regole, come è normale che sia per i figli con genitori del genere).



Anche l’illustrazione del capitolo 2 riflette la stereotipata immagine della divisione dei ruoli che potrebbe essere presente in un libro scolastico sessista, anche se le espressioni sono arcigne di entrambi e la madre non ha posizione di sottomissione come la figlia.
Il padre è definito irascibile e impaziente, ma è la madre la vera figura negativa, indolente e sempre di cattivo umore, preferisce il gatto ai figli (lavora a maglia per lui e non per vestire decentemente i gemelli, ad esempio). Ad entrambi non interessa minimamente la cultura: la madre dice che ha letto un solo libro ma non le era piaciuto perché conteneva aggettivi. Al padre basta che i figli sappiano leggere in qualche modo. A fronte della loro richiesta di leggere una storia, lui lo fa – a differenza della madre – ma legge apposta ciò che gli fa comodo, niente meno che Hansel e Gretel.

I genitori ricordano quelli di Matilda e i richiami a Dahl appaiono frequenti (nel tono ironico, nelle situazioni paradossali, nel lessico – continui riferimenti ad “abominevole”, “ripugnante” - nel registro linguistico in genere, nella caratterizzazione dei personaggi, con rimandi anche a Gli sporcelli).

Importanza del nome: Jane ne vorrebbe uno con più sillabe per la bimba trovata all’ingresso di casa. Lei aveva sempre creduto che il suo, con poche sillabe, non fosse all’altezza. Autostima, ovviamente, è minata dai continui attacchi del fratello maggiore. Molto triste il gioco sulle scale e tristissima una competizione di questo genere (riferimenti a titoli di alcuni libri che torneranno anche a fine romanzo).

La neonata, rifiutata a casa, viene portata a casa del comandante Melanoff come tentativo di riscossione di una ricompensa. In questi primi capitoli lui, la neonata, hanno una storia parallela a quella dei Sappington. La moglie dell’uomo appare come esageratamente pignola (altra figura femminile messa in cattiva luce) e lui è disperato e malandato non tanto per la mancanza di lei, quanto per la perdita dell’unico figlio. 

Interessante l’arrivo della Tata osservato dall’alto: sulla descrizione dei particolari della donna potrebbe essere strutturata una ML su come scrivere di dettagli.

Potrebbero essere sperimentato anche, su questa scena, ma anche su altre e sul libro in genere, un’esperienza di straniamento: far chiudere gli occhi e far disegnare le scene visualizzate produce solitamente risultati significativi. 

Importanza da dare anche al lessico, alle situazioni volutamente esagerate e divertenti, ma anche alle tematiche forti che comunque il libro contiene. Adatto alla lettura ad alta voce in prima, o in fase precedente alla trattazione della fiaba, oppure in fase contemporanea/successiva.


Riferimenti bibliografici utili per le connessioni:



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